Ripubblichiamo il vecchio comunicato di Al Confino Squat, tratto da informa-azione, in seguito ai primi attacchi alla casa occupata a Pontecucco dal sindaco Giordano Conti e dalla giunta capeggiata da Gualdi.
Da 8 anni “Al Confino Squat”
è uno spazio occupato da un gruppo di individualità che, senza
accettare mediazioni con una controparte istituzionale, svolge attività
di carattere eterogeneo. Il Confino è da sempre un luogo aperto a tutti
coloro che credono nella possibilità di relazionarsi in maniera
orizzontale. E di conseguenza l’implicita ma chiara volontà di
mantenere lontane realtà associative, partitiche o istituzionali, che
prevedono – per propria natura – rapporti gerarchizzati, totalmente
alieni da qualsivoglia visione libertaria.
Ciò che il Confino rivendica è la pratica dell’occupazione in quanto
metodo volto alla riappropriazione ed al riutilizzo diretto, da parte
dell’individuo, di spazi ad esso sottratti dalla logica della proprietà.
Occupare per liberare.
Liberare dalla disumanizzante logica del profitto, dallo squallido
dualismo diritto-dovere. Liberare se stessi dall’attesa che qualcosa
venga concesso, per riappropriarsi della gestione della propria volontà
e dei propri bisogni senza tramiti né intermediari.
Un edificio occupato abusivamente, uno spazio preso direttamente.
Comunque un luogo la cui vita ed esistenza non sottostanno a
contratti o concessioni, né a compromessi di sorta alcuna. La cui
entità si concretizza nelle idee, nei progetti, nelle attività che
nascono al suo interno.
Non accettare compromessi significa non lasciare adito ad una logica
di "benevole concessioni" in cui il "mio" e "tuo" rimangono i
presupposti cardine di un rapporto basato su una sorta di beneficenza,
in cui il doppio taglio del ricatto sociale è sempre dietro l’angolo.
Com’è ovvio, chi tiene le redini di una città, regolamentando in
maniera capillare ogni espressione individuale attraverso clausole e
contratti, definendo i più privati rapporti interpersonali attraverso
vincoli economici ed interessi politici, non può in alcun modo
tollerare tutto questo; una simile istituzione non riesce ad accettare
la presenza di persone che, abbandonato ogni pregiudizio, riprendano a
ragionare disinteressatamente e a costruire modelli di vita
sostanzialmente differenti e qualitativamente migliori di quello che
siamo costretti a vivere.
Ed è per questo che, a quasi un anno dalla ripresa dei
corteggiamenti da parte del Comune (che da sempre ha cercato con ogni
mezzo di ottenere la sottoscrizione degli occupanti di un contratto di
concessione ed utilizzo dello stabile), si giunge repentinamente alle
minacce.
Durante le festività natalizie viene recapitato un avviso di sgombero, che intima di lasciare i locali entro 15 giorni dalla data della notifica, ovvero entro il 5 gennaio 2008.
In tutta risposta, il pomeriggio del 31 dicembre, mentre la
popolazione si appresta a festeggiare l’avvento del nuovo anno, un
corteo spontaneo sfila per le vie del centro manifestando dissenso nei
confronti delle posizioni prese dall’amministrazione comunale.
E’ solo l’inizio. Sono tanti, troppi, a Cesena ed altrove, coloro che
non possono accettare che tutti questi anni di occupazione e
condivisione all’interno dell’ex-scuola elementare di Pontecucco
vengano cancellati in un istante. Troppo viva è la passione per la
libertà delle innumerevoli persone che in questo lungo periodo il
Confino lo hanno vissuto sulla propria pelle. Troppo stretti i legami
che le pratiche e le idee condivise al suo interno ed in tutti i luoghi
affini disseminati ovunque hanno saputo sviluppare nel tempo.
8 anni di vita al di fuori di ogni logica precostituita e somministrata.
8 anni senza limiti, restrizioni, tabu’, alla faccia di chi vive e sostiene il mondo-galera del lavoro.
8 anni contro il denaro e la mercificazione dell’esistente.
8 anni senza deleghe, a partire dall’auto-costruzione di cio’ che e’
necessario alla sopravvivenza, fino all’autoproduzione di ciò che
completa e realizza le nostre individualità.
8 anni di lotte, ostacoli, tensioni e difficoltà che ci ricordano di
essere ancora vivi, nonostante l’apatia del mondo che ci circonda.
Tutto questo non può, non deve finire!
Mobilitazione di massa contro lo sgombero, quando vuoi, dove vuoi, come vuoi!
La gioia è imprevedibile. il comune no!
Al Confino Squat resiste e persiste a tutte le minacce!